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LA CHIESA E IL MONASTERO DI SAN BENEDETTO

Quando ancora la contea non esisteva, un gruppo di monaci benedettini guidati da S. Mauro fondò, verso il VI-VII sec., il monastero dedicandolo al loro santo protettore.
Al di là della leggenda, il monastero esisteva già nel 889, come è testimoniato da un documento dell'epoca. Dopo essere passato sotto la diretta protezione papale (1110), il monastero venne affidato alle monache cistercensi guidate da Dameta Paleologo. In seguito il monastero si arricchì di vaste tenute nell'agro di Castellana e di enorme potere datogli dalle Badesse Mitrate (cfr. Arte, Storia e Cultura). Proprio quando tale potere giunse al suo apice, il monastero si arricchì del superbo campanile barocco del 1655 in laterizio rosso. Sulla porta troviamo tre stemmi: il primo rappresenta San Benedetto, il secondo è lo stemma degli Aragonesi (dei quali le badesse spesso furono parenti) e l'ultimo è il fregio papale. Quello di S. Benedetto è il più alto campanile della città, persino più alto di quello della Cattedrale, a testimonianza del superiore potere delle badesse.
La struttura della chiesa accosta ad una pianta romanica (XII sec.) delle notevoli aggiunte barocche. L'impianto romanico è individuabile soprattutto nel campanile normanno, nei fregi decorativi esterni e nella stessa pianta. Con l'arrivo di nuovi capitali, la chiesa fu "arricchita" dei ridondanti elementi barocchi. Abbiamo così la sostituzione del semplice ingresso posteriore (di fronte all'altare) con il monumentale Portale laterale del 1658 con quattro leoni (provenienti da una fontana cittadina) su cui poggiano le colonne ed il frontone con cornici ad intaglio. L'interno della chiesa riluce delle stuccature dorate che evidenziano, sugli altari seicenteschi in legno intagliato, le belle tele coeve. Tra queste, particolarmente degne di menzione sono: la "Crocifissione" del Gliri, il "Battesimo di Gesù" del Rosa e, la monumentale pala d'altare del Finoglio raffigurante San Benedetto a colloquio con San Sabino (secondo alcuni San Biagio).
All'interno del complesso religioso possiamo ammirare il chiostro secentesco che si affianca a quello romanico, sicuramente più interessante. Entrando in questo chiostro avvertiamo tutto il fascino dell'arte medievale: i capitelli intagliati, la meridiana ed infine gli scalini che conducono a quello che è il nucleo primitivo del monastero. Si tratta della cripta preromanica risalente al VII-VII sec. a doppia navata inframmezzata da un sipario in legno. Nella parte anteriore troviamo, dietro l'altare, l'affresco dell'abside con una interessante "Pietà" datata 1584; alle spalle del gruppo sacro si può vedere una rappresentazione della cittadina di Conversano. Sempre nella cripta, si trova uno dei troni badessali, dimenticato lì ormai da 190 anni. All'interno del complesso conventuale troviamo le numerose celle delle suore e la bella camera della Badessa. Inoltre, in una delle stanze superiori, è ancor oggi conservato un coro ligneo del 1728,accanto ai mantici dell'organo della Chiesa. Da una porticina si accede al matroneo della cappella e dalla fitta grata possiamo meglio ammirare le stoccature dorate e gli affreschi delle cupole. L'intero complesso è oggi complessivamente ben conservato grazie all'opera delle suore e all'esistenza del Museo Civico in cui sono conservati i ritrovamenti archeologici delle zone vicine. In una delle sale è possibile osservare la "Porta dei 100 occhi" che chiudeva una qualche celletta e, con i suoi occhi, aveva il compito di vigilare sull'integrità delle suore. Percorrendo il perimetro delle mura del monastero, dopo aver superato l'alta stele con la statua del santo, ci si avvicina al convento di S.Chiara, una volta destinato ad accogliere quelle donne che, non avendo una dote sufficientemente cospicua, non potevano essere ammesse al "Monstrum Apuliae".

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